Ciao! Sono Elena e da quasi un anno non seguo più lezioni, da poco più di mezzo ho superato il grande scoglio di non avere più esami da dare, e ora mi sto solo ed esclusivamente focalizzando sulla tesi e sul mio futuro.
La mia storia personale si snoda nel ramo di Ingegneria Biomedica: non ho scelto una professione sanitaria per motivi puramente caratteriali, ma data la mia storia personale ho sempre ambito a lavorare nell’healthcare e in generale nello sviluppare qualcosa che potesse essere di concreto aiuto alle persone più fragili.
La mia idea di come dare questo aiuto concreto, però, è molto variata negli anni. Conosco persone che hanno cambiato facoltà moltissime volte prima di trovare la propria vocazione, ed è così che ho imparato ad ascoltarmi per riconoscere eventuali campanelli d’allarme. Vale in tutti i contesti: scelta delle superiori, scelta della facoltà e del luogo in cui studiare (che, in ambito universitario, può fare molto la differenza), ma nel percorso universitario è essenziale saper riconoscere in tempo ciò che ci piace, per poter costruire solide basi per il nostro futuro lavorativo.
In primis, è sempre bene ricordare che non esiste un percorso “predefinito”. Non conoscendo una certa disciplina la si può solo idealizzare, cercando di capirci qualcosa da una vaga descrizione sul portale della didattica o su qualche blog nell’internet, magari scritta da chi quella disciplina la mastica da vent’anni. Può essere d’aiuto intercettare e parlare con chi quel percorso lo sta facendo attualmente, ma bisogna sempre ricordarsi che solo mettendo le mani in pasta è possibile comprendere appieno di che cosa si sta parlando, e soprattutto se tale disciplina accende in noi una passione, o al contrario è per noi solo fonte di noia.
Non “ci si deve sconfortare” se si sbaglia strada, ma anzi, bisogna prendere spunto per cambiare la propria rotta. Nel corso della triennale, ad esempio, ho capito che il progetto che avevo della mia vita andava a cozzare con le materie che servivano per crearla e ho voluto guardarmi attorno per cercare un’alternativa alla mia idea iniziale che mi appagasse maggiormente. Proprio per questo motivo, nel variegato percorso di triennale, ho deciso di usare il prezioso spazio dei crediti liberi per inserirvi non i classici esami detti “del 30 facile”, ma percorsi che mi permettessero di avere un assaggio di quanto visibile in magistrale, ormai la vera base e trampolino di lancio per il mondo del lavoro. E ciò mi ha dato una marcia in più per scegliere con coscienza il mio futuro successivo.
Lo stesso ragionamento l’ho fatto, in magistrale, verso il mondo del lavoro. Ho voluto inserire esami variegati, che potessero darmi una marcia in più per presentarmi in futuro, come un linguaggio di programmazione diverso dal solito, un modo di ragionare più approfondito in un certo ambito.
L’università, a mio avviso, è fatta per renderci versatili e per farci scoprire mondi di cui nemmeno conoscevamo l’esistenza, scovando la passione che porteremo avanti in futuro. L’importante è ricordare che solo noi possiamo essere giudici di noi stessi!
Certo, non è una scelta facile, e ad ogni step ci sarà sempre qualcosa da imparare. Questo tipo di mentalità non è sempre stata facile da mantenere, ma in fin dei conti mi è stato di stimolo e d’aiuto per il successivo step di tesi, oltre che per essere più a mio agio con alcuni argomenti che mi sono stati presentati in ambito lavorativo, seppur parzialmente.
Spero che queste righe rendano il percorso più facile anche per te che sei arrivato fin qui. Buona strada, e in bocca al lupo!